La luna e i falo'

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti
Cesare Pavese 1949



sabato 4 giugno 2016

Normandia: la costa di alabastro

Da Le Tréport verso sud ovest fino a Le Havre si stende la “Costa di alabastro”. Il nome fa riferimento al colore delle falesie che, per quasi centoventi chilometri chiudono la riva di questa parte di Normandia detta anche “Paese di Caux”.
Solo i piccoli torrentelli costieri, che hanno scavato nel tempo il calcare delle scogliere, hanno permesso la costruzione di qualche paese e tre fiumi un po' più importanti la costruzione di tre città: Fecamp, Dieppe e Le Tréport. Altrove i prati finiscono su strapiombi alti dai sessanta ai centoventi metri e solo qualche villetta si affaccia qua e là su queste pendici.
Qualche chilometro a sud di Dieppe, le vie del paesino di Varengeville si snodano in uno scrigno di verde, tra boschi, campi coltivati e macchia. Ville che a volte sembrano castelli, circondate da ampissimi spazi dove pascolano cavalli; altre abitazioni più modeste ma pur sempre ricche. Siamo a qualche chilometro da Dieppe ma ben più lontani dall'ambiente di quella città popolare.
Al fondo di una strada troviamo il cimitero marino adagiato attorno alla chiesa.
Si trova in una posizione straordinaria e il panorama è veramente splendido.
Il cimitero è marino per modo di dire perché in realtà non accoglie né marinai né pescatori. Infatti il paese si trova in alto, a ottanta metri sulla falesia ed non ha nemmeno un porto. Attualmente l'erosione della fragile roccia calcarea, che perde quasi un metro all'anno, mette in pericolo non solo il cimitero ma anche la chiesa.
Non si scavano più nuove tombe e, malgrado i vani tentativi di consolidamento, i crolli sono ormai considerati come inevitabili. Qui è sepolto il pittore impressionista Gerorge Braque che visse gli ultimi trent'anni della sua vita a Varengeville. Ma tutta la costa d'alabastro fu un luogo privilegiato per gli impressionisti.
Qua e là delle riproduzioni di quadri sono installate nei luoghi in cui furono dipinti.

Furono i fratelli Jérôme et Jean Tharaud, membri dell'Académie française a far conoscere questo luogo ai francesi:
A picco sul mare, in un luogo da cui lo sguardo scopre una lunga linea di costa a forma di falce, spiagge di ciottoli, distese di verde che regnano dall'alto sulle onde, rive lontane, che assumono in certe sere un'aria di apparizioni, un'immensa distesa di flutti sui quali la luce disegna dei regni di colori cangianti, il cimitero di Varengeville è uno dei più bei posti del mondo.
In mezzo alle tombe, la chiesa, una vecchissima chiesa, che sembra curvare la schiena sotto il vento e il temporale. I furiosi attacchi e le imprevedibili infiltrazioni del mare minano e rosicchiano la prateria e il bosco che sono il suo zoccolo vegetale. Siamo inquieti, inquieti per le tombe riunite sotto la sua guardia, modeste o solenni, ugualmente cullate dal mormorio senza fine che le perde e le incanta.
Lasciamo il cimitero di Varengeville scendendo lungo un sentiero che si abbassa verso il mare.
Un albero solitario è rimasto piegato dagli anni di vento che hanno soffiato dal mare e adesso, in questa bella giornata di sole, sembra fisso nel ricordo di una tempesta che oggi non c'è.
Il sentiero si abbassa ancora, fino quasi alla base della scogliera,
poi risale tra gli alti alberi di un bel bosco. Arrivati di nuovo sul piano, dopo aver seguito verso nord una via parallela alla costa che non è altro che il percorso della Grande randonnée del litorale, rientriamo nel bosco.
Delle polle d'acqua formano limpidi laghetti che riflettono i colori degli alberi circostanti. Il cammino continua tra bosco e scogliera, scendendo ancora in un'altra stretta apertura che questa volta ci porta fino alla riva.

Poi risaliamo un'ultima volta, allontanandoci dalla costa. Attraversiamo il paese e ci dirigiamo verso l'entroterra.
È un viaggio tra scorci e paesaggi sempre differenti.
Adesso lo sguardo spazia su vasti campi coltivati, a grano o a colza; l'orizzonte è mosso come una lunghissima onda. La via si allunga in lontananza.
Ogni tanto una piccola mandria di mucche che pascola tranquilla mentre qualcuna ci guarda incuriosita.
I colori sono anche qui molto vivi tra il verde del grano non ancora maturo, e quello più scuro dei boschetti sulla cresta delle basse colline è il giallo vivo dei fiori di colza o il nocciola dei campi arati.

Dopo un lungo giro ritorniamo verso Varengeville rientrando in un bosco.
Tra le stradine del paese ancora giardini e fioriture profumate di lilla e di biancospino.

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